Reseña
Dalla fine degli anni '70 il teatro subisce una profonda trasformazione, una vera e propria mutazione genetica prodotta dall'innesto sulla scena delle tecnologie e dei media elettronici: prima il video e poi, dagli anni '90, il computer. La rivoluzione che la nascita delle arti elettroniche aveva portato nelle arti visive e nella musica si estende al mondo performativo del teatro e della danza e l'Italia si trova subito all'avanguardia di questa sperimentazione, con diverse, successive e fertilissime ondate generazionali: dal teatro della Nuova Spettacolarità degli anni '80 (Magazzini, Falso Movimento, Gaia Scienza, Studio Azzurro, Krypton, Giardini Pensili, Raffaello Sanzio, Tam Teatro, Eshetu, Verde...) ai gruppi del Teatro '90 (Mptus, Fanny & Alexander, Teatrino Clandestino...) e della nuova danza (Castello-Aldes, Vidach-Aiep...) fino a più recenti esperienze (Fortebraccio Teatro, Xlabfactory, Cosentino).
Così come le nuove tecnologie modificano radicalmente i comportamenti collettivi, il lavoro, le abitudini, il rapporto con lo spazio e con il tempo, la digitalizzazione di tutti gli apparati tecnici e la creazione di una doppia scena reale e virtuale cambiano il modo di concepire e di fare teatro, in ogni suo ambito. Andrea Balzola ha invitato i più significativi protagonisti di questa trasformazione del linguaggio teatrale a raccontare la propria esperienza e alcuni dei principali osservatori critici a riflettere su questo fenomeno innovativo.